Luciano alla STRAFEXPEDITION ULTRATRAIL

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Luciano alla STRAFEXPEDITION ULTRATRAIL

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Domenica 7 settembre ho corso la 1° edizione della Strafexpedition Ultratrail sui sentieri della Grande Guerra.

Domenica 7 settembre ho corso la 1° edizione della Strafexpedition Ultratrail sui sentieri della Grande Guerra. In questi luoghi e su queste montagne si svolse l’offensiva più grande e brutale mai organizzata dagli asburgici, la STRAFEXPEDITION (spedizione punitiva). Per oltre tre anni, furono campi di battaglia e teatri di stragi orrende, ovunque si possono scoprire resti e testimonianze della Grande Guerra, sentieri fortificati, linee trincerate, appostamenti , baraccamenti e strutture difensive per presidi. Anche i nomi di questi monti sono scolpiti nella memoria storica della guerra: Monte Ortigara, Cima XII, Cima XI, Cima Portuale,Cima Larici, Monte Forno, Monte Zebio ecc.

Il percorso di gara, dopo le ultime modifiche per causa frana, è lungo circa 51km con un dislivello positivo di 2550m e negativo di 2865m. Il tracciato della corsa ha una forma di una C rovesciata con partenza dal Passo di Vezzena a q.1400 in provincia di Trento( nello scorso febbraio con le telecamere fisse del passo è stato ripreso un orso bruno che curiosava attorno al rifugio) e arrivo nel centro di Asiago (Vi) a q.1000m.

Alle 5:00 del mattino salgo sul 1° bus navetta, messo a disposizione dell’organizzazione, per raggiungere il Passo Vezzena luogo di partenza gara. Il tragitto dura circa 45minuti per il resto del tempo ad arrivare alle 7:30, ora X della gara, sto rintanato al caldo del rifugio. Questo posto lo chiamano rifugio Vezzena ma è un super Hotel dotato di ogni confort. Fuori nel piazzale è ancora buio  e c’è molta nebbia, la temperatura è bassa, si sta bene con indosso la giacca vento. A ondate arrivano tutti gli “Spiriti Liberi” che gremiscono i locali, in ogni parte, del rifugio. Verso l’ora X della partenza un Alpino ,munito di tromba, suona il Silenzio: è un momento toccante. Seguono le solite raccomandazioni sul percorso con particolare insistenza su alcuni tratti molto fangosi ma nessun controllo del materiale obbligatorio e soprattutto  nessuna notizia dell’orso in circolazione da quelle parti. Sicuramente molti avranno pensato che per l’orso si sacrificheranno, probabilmente, i primi o eventualmente gli ultimi. Le previsioni meteo sono buone fino alle prime ore del pomeriggio poi possibilità di pioggia abbondante. Le ”truppe cammellate”, gli “Spiriti Liberi”, pronti al via sono circa 450, scalpitanti, vestiti con abbigliamento quasi invernale, con zaino e pettorale. Quelli fuori dal recinto della partenza guardano questo strano gregge, che sembra pronto per la tosatura, con curiosità, molta perplessità e forse con un po’ d’invidia.

Alle ore 7:30 il via e come al solito i Top dopo qualche minuto sono inghiottiti dalla nebbia e qualcuno, rivolto a loro, “Attenzion lì davanti, che ghe l’orso in giro”. Si sale verso la Cima Vezzena a q.1900m e finalmente si vede bene, si corre, o meglio , si cammina in mezzo alle nuvole. I primi km di salita sono resi difficili dal fango e questo ci rallenta non poco. La maggior parte del dislivello l’abbiamo affrontato nei primi 21km fino a raggiungere la Cima XII a q.2336m (punto più alto). Il panorama visto da questa Cima è indescrivibile, da mozzafiato, siamo sopra le nuvole e tra esse s’intravvedono scorci di vallate, molto vicino si vede la cima dell’Ortigara. Avvicinandoci all’Ortigara il pensiero corre, in questo silenzio intenso, a quei poveri ragazzi che hanno combattuto in questi posti, al freddo dei mesi invernali che hanno dovuto sopportare, agli enormi disagi dei feriti. Mi scuoto dai tristi pensieri e risolvo di godermi questo bel creato. Sosto in silenzio, come tutti, un attimo davanti ad una stele in ricordo dei tragici avvenimenti e poi senza por tempo di mezzo allungo il passo e raggiungo un gruppetto di atleti poco più avanti in discesa verso il Monte Zebio. Ora la seconda parte del tracciato è decisamente più scorrevole, i saliscendi sono corribili almeno fino all’ultima salita al Monte Zebio. Superato lo Zebio e fatto il pieno di energia all’ultimo ristoro, negli ultimi 8km avremmo dovuto volare verso Asiago ma il meteo c’ha messo lo zampino. Mentre eravamo ancora in quota su gli ultimi 4km ha piovuto abbondantemente quindi abbiamo trovato nel bosco un terreno incompatibile con la corsa: solo con gli sci sarebbe andata meglio. Molti hanno avuto contatti non desiderati con Madre Terra. L’ultimo km sull’asfalto è un sollievo, parte del fango si stacca dalle scarpe e da modo di arrivare nella piazza del municipio correndo: è finita! Sono poco più delle ore 17:00. Tempo impiegato 9 h e 31 min.

Un percorso sui sentieri della storia in memoria della Grande Guerra davvero emozionante. Da ripetere subito se fosse possibile.

Luciano Bottarelli

Foto

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