Lago Maggiore International Trail

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Finalmente Trail, la prima “lunga”! Domenica 6 maggio ho corso e concluso il Lago Maggiore International Trail (LMIT) di km 51 con un dislivello positivo

06 Maggio 2018

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Finalmente Trail, la prima “lunga”! Domenica 6 maggio ho corso e concluso il Lago Maggiore International Trail (LMIT) di km 51 con un dislivello positivo, importante, di 3510 m. Il tracciato di gara è in linea con partenza da Maccagno (q.210m), centro turistico tra i più belli ubicati lungo la sponda del Lago Maggiore, e arrivo a Dumenza, altro borgo di villeggiatura situato a quota 410m.a qualche chilometro dal Lago.

Gli organizzatori dell’evento hanno previsto oltre la corsa “lunga” anche una 26km con 1600m D+ più abbordabile. Per fortuna hanno posticipato la loro partenza di un’ora rispetto alla “lunga”. Avere tra i piedi gli scalmanati della corta si rischia sempre di essere trascinati, all’inizio, a correre ad un ritmo non ideale per una corsa di resistenza.

Garantiscono gli organizzatori che la fatica del lungo e impegnativo percorso di gara del 2018 sarà ampiamente compensato da una serie di panorami mozzafiato che spaziano dal Lago alle montagne.

La partenza è alle ore 8:00, poco prima il briefing per le solite raccomandazioni su le possibili difficoltà sul percorso. A partire per la “lunga” siamo in 271 atleti, “cippati” e condotti nel campo sportivo, come tanti Donchisciotti armati di tanti bastoncini a conquistare una natura immensa, siamo pronti al via che viene dato alle ore 8:00 precise. Al piccolo trotto seguo la massa, poche centinaia di metri lungo la sponda del Lago e subito si sale sul primo sentiero verso l’Alpe Inent (q.704m.) poi al Pozzo Piezzometrico del Enel (q.932m.). Dopo una tirata di 700m. di dislivello si scende molto rapidamente a Bassano, (fraz. di Tronzano q. 532m.) posizione incantevole. Il meteo previsto per oggi: sole e molto caldo; le previsioni sembrano azzeccate, fa molto caldo e nei boschi di faggeti si fatica respirare per il caldo umido che attanaglia la gola. Il folto gruppo iniziale degli atleti s’è allungato enormemente e frammentato in tanti piccoli gruppetti. Col gruppetto si condivide la fatica, la bellezza dei posti e qualche parola, quando il cuore a tamburo battente rallenta un po’. Da Bassano si sale ai Monti di Bassano con una ripidissima mulattiera e costeggiando un bacino artificiale si arriva alla Diga Nord del Lago Delio. Saliscendi per qualche km superando l’Alpe Quadra si raggiunge il Sasso Corbaro, (q.1528m. km25) panorama da godere a 360 gradi, quello che si vede sul Verbano è superbo! Dal Corbaro, dopo essermi dissetato e riempito le borracce, senza por altro tempo di mezzo, giù lungo la discesa, con molte pietre ma senza fango, verso Monterecchio (q.1330m.), splendido agglomerato di baite ristrutturate, una volta usate solo come alpeggi, a uso e consumo dei villeggianti in vacanza. Si continua a scendere, si raggiunge Piero al km 30,5 a q.549m., 2°ristoro completo di acqua e cibo. Leggera sosta per ricaricare di energia le batterie e via verso la parte più difficile, una rampa incredibile di 1441 gradoni non li ho contati ma molto sentiti, per raggiungere Monteviasco (q.926m.), uno dei pochi borghi a non essere raggiunto da strada. Si sale ancora, si continua nel bosco oltrepassando una serie di baite diroccate. Fa molto caldo e la fatica si fa sentire, diversi atleti li trovo all’ombra sdraiati a riposare( è quello che mi fanno credere dopo aver chiesto come stanno) e recuperare tutte le energie possibili. La salita non è finita, considerata fra le più suggestive traversate delle Prealpi il percorso di gara, sconfinando in Svizzera, passa dall’Alpe Agario , Monte Poncione di Breno (q.1654m.) e infine Monte Lema (q.1620m). In discesa appena sotto la cima del Lema 3° ristoro completo, recupero un po’ di energie che sono al lumicino e scendo senza aspettare altri. È un tormento il grande caldo pur bevendo molto non riesco a dissetarmi: non vedo l’ora di finire. Mancano circa 10 km all’arrivo penso sia solo discesa ma non è così, saliscendi impegnativi mi mettono a dura prova ora solo di testa devo resistere. Supero il rifugio Dumenza (q.941m.), senza rallentare un secondo, in direzione della fraz. Pezzacce e infine l’agognato arrivo di Dumenza al centro sportivo “Carà”. Il viaggio in questo ben di Dio è durato 10 ore e 26 minuti – 166° assoluto- 1° di categoria, forse l’unico, e purtroppo 75, più di uno su quattro, sono gli atleti ritirati o fermati ai “cancelli orari”.

Percorso molto panoramico ma molto impegnativo e selettivo con tempi di passaggio ai “cancelli orari” non adatti per tutti.

Luciano Bottarelli


https://www.youtube.com/watch?v=FaNbCBoYDL4&feature=youtu.be

 

 

 

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