Elisabetta nella grande mela

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Perché New York? Cos’è che ha di speciale? è bello forse beccarsi una coda di un’ora e trenta in piedi per ritirare il pettorale al marathon center

di Elisabetta Martelli

Perché New York? Cos’è che ha di speciale? È bello forse beccarsi una coda di un’ora e trenta in piedi per ritirare il pettorale al marathon center (si certo potevi venire un po’ prima ma immaginati sabato cosa ti toccava!!)? è divertente avere una città del genere fra le mani, una bella mela da gustare ma poterle dare al massimo solo un morso perché “non dovete camminare e stare in piedi tanto che se no domenica la pagate”? Per non parlare delle 3 ore (di media) che devi aspettare esposto a qualsiasi tipo di intemperie (nel mio caso vento forte gelido) prima della partenza che i muscoli sono già belli andati e dei km che già sai che dovrai fare quando hai finito stanca morta per uscire da Central Park e andare in albergo….

Si certo, ti hanno raccontato che un pubblico così non c’è da nessuna parte ma io non ho ancora cominciato a correre che mi sono già smarronata e mi dico che vabbé una volta nella vita ci sta, ma di più è da pirla!!!

Beh sapete com’è andata a finire? Che mi sa che per il 40° me la regalo di nuovo (NB: vado per i 38...)!!!!

Perché? Perché solo chi l’ha fatta sa cosa vuol dire avere gli elicotteri che girano sopra la testa mentre sei in griglia, con l’inno americano sparato dagli stereo che quando finisce scatta l’applauso fragoroso, che parti sul ponte di Verrazzano e vedi subito Manhattan là in fondo che è uno spettacolo…..

E dopo l’antipasto inizia il vero pranzo: entri in Brooklyn e c’è il boato, una folla continua che ti incita come fossi suo figlio, che urla il tuo nome se l’hai scritto sulla maglietta (assolutamente da fare!!!), che vuole che gli batti cinque, le band che suonano il rock, quelli con lo stereo a palla e il microfono in mano, quelli che ti offrono i fazzoletti, le banane, e le urla, i cartelli, i poliziotti in servizio che fanno il tifo per te, e certe volte la gente ti avvolge talmente che il passaggio si fa stretto…..e tutto questo per 42 km!!!!

Certo, verso la fine la folla non la vedete neanche più che siete un po’ annebbiati perché è comunque una maratona dura, tutta su e giù…..ma da lì comincia la seconda parte dello show: vai in albergo a farti la doccia, ti riposi un attimo e poi esci a fare due passi ed è pieno di gente in giro che come te portano orgogliosi la medaglia al collo e i newyorkesi che ti incontrano ti fanno le congratulazioni con un sorrisone pieno di calore (e non c’è nessuno che ti chiede che tempo hai fatto, te lo fanno a prescindere).

E il giorno dopo prendi l’aereo e siamo tutti su con la medagli al collo, scendi e c’è il fotografo che t’aspetta manco fossi Baldini, accendi il telefono e tutti ti chiedono, vai al lavoro il giorno dopo e tutti vogliono sapere…..

Insomma se ho reso qualcosa è solo il 10% di quello che si può provare vivendola…..oh, se c’è qualcuno di voi che l’anno prossimo va quasi quasi ci faccio un pensierino!!! J

Elisabetta nella grande mela

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