“ALTRIMENTI CI INFANGHIAMO”

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“ALTRIMENTI CI INFANGHIAMO”

“ALTRIMENTI CI INFANGHIAMO”

“Basta chiacchiere”; si comincia a giocare e quando il gioco si fa divertente i Maratonisti giocano.

 

 

“ALTRIMENTI CI INFANGHIAMO”

 

“Basta chiacchiere”; si comincia a giocare e quando il gioco si fa divertente i Maratonisti giocano.

 

“inizia il gioco delle coppie”.

 

E con questa sentenza che il Maratonista Masatti Stefano (per tutti quelli che guardano le magliette “STE”) chiama a rapporto tutti i maratonisti per ricordare che il 26 maggio si corre la bella (sempre), faticosa (sempre), divertente (sempre), calda (sem… insomma), secca (sem… no, no, molle, bagnata..) MONZA MONTEVECCHIA REALE MUTUA ASSICURAZIONI SOCIETA’ DI ASSICURAZIONE CON SEDE IN…. Per tutti gli utenti tecnologici MOMOT 2019.

 

Eh si è tempo di decidere le coppie per l’edizione 2019 e così tra quelle misere 10,20,30 mila messaggi tra chat ed affini, tra coppie storiche e new entry il gruppo maratonisti è così composto:

 

MASATTI/ANELLI (coppia storica)

MAITAN/VILLA (nuova coppia) 

DEVIZZI/VIOLA (coppia un po' storica un po' nuova)

BOCCADELLI/MAURETTO (coppia nuova ma già affiatata)

MININI/VACCA (coppia nuova ma mica tanto)

DE DONATO/BUSACCA (coppia che ci riprova)

 

N.B. L’ordine è puramente casuale, prima che qualcuno si offenda.

 

Beh fatte le coppie serve anche procedere con gli allenamenti specifici e non ed infatti con la solita dedizione che contraddistingue il Maratonista doc si imposta la scaletta di avvicinamento alla gara:

 

“chi si ferma dopo la gara a Montevecchia??”;

“ dove andiamo a pranzo dopo?”;

“ mi raccomando birra per tutti dopo il traguardo”.

 

Insomma siamo tutti sul pezzo e siamo fiduciosi per la corretta preparazione. Per non sbagliare ognuno con i propri orari e le proprie cene alterna la birretta o il prosecchino, la tapasciata o il lungo ondulato in cava.

 

E così in questo maggio che più ottobre non potrebbe essere arriviamo alla vigilia della MONZA MONTEVECCHIA REALE MUTUA… scusate MOMOT 2019.

 

E come sempre i Maratonisti si fanno trovare pronti ed organizzati: alle 23.00 del giorno 25 maggio nessuno aveva ancora capito quante e quali auto erano disponibili per arrivare alla partenza e quante, quali auto c’erano per il rientro.

 

E così la mattina del 26/05/19 davanti al Bar commercio in quel di Paderno ci troviamo con più auto che runners. Tutto ok.

E sempre così dovendo andare a fare una tapasciata a pagamento ci fermiamo x un sano caffè preliminare.

 

L’attesa dei Maratonisti sui prati e le location antistanti la Villa Reale sede della partenza della MONZA MONTEVECCHIA REAL…zzo mi sbaglio sempre MOMOT 2019 è sempre all’insegna della concentrazione massima:

 

Roberto Minini prende in braccio il Roberto Villa,

Stefano Masatti e Alessandro Anelli (per quelli che leggono le magliette “ALE” e “ STE”) sfoggiano la loro mise impeccabile e tutta fashion (facendo ombra al sempre elegantissimo Roby Minini)

Marco Mauretto verifica che il pettorale sia attaccato equidistante su ogni lato per non avere niente fuori posto

Io - avendo già proferito 10 parole – rimango in silenzio

 

Il Giuseppe Busacca invece – convinto di essere ancora a Peschiera alla 24x1ora – comincia a girare intorno alla fontana fermandosi solo x esigenze idrosanitarie…

 

La concentrazione pre gara dei maratonisti viene interrotta da Luciano e Marisa atleti storici di Euroatletica che ci raggiungono e con cui ben volentieri scambiamo due parole… per poi subito ritornare alla nostra concentrazione massima: “ bella Ste la maglietta”, “ canotta o maglietta?” insomma la tensione è massima .

 

Solo Giuseppe tra un giro e l’altro intorno alla fontana si ferma per chiedere: “michele, a quanto partiamo?”

 

E così con questo clima superagonisticospaccotutto chi prima chi dopo si parte.

 

Io e Giuseppe partiamo appena dopo la coppia fashion Stefano/Alessandro ma per questioni di sopravvivenza aspettiamo di uscire dal bar della Villa Reale per superarli.

 

L’idea di arrivare con le scarpe pulite al traguardo si trasforma dopo appena 200 metri in autentica utopia. Tempo pochi kilometri e tutti i partecipanti – per par condicio – hanno le scarpe dello stesso colore: marrone fango. Si il fango, proprio lui il compagno che farà da comune denominatore a tutti noi dall’inizio fino al traguardo con appendici fino alle docce.

 

La calda sensazione che spesso ha accompagnato le edizioni precedenti è sostituita dalla molle sensazione di correre per gran parte del tracciato sulle sabbie mobili.

 

Nel frattempo il Giuseppe nonché mio socio ha smesso di girare intorno alla fontana e come un cavallo impazzito detta il ritmo neanche fossimo ad una mezza piatta piatta. A nulla i miei appelli alle coppie che superiamo di fermarlo e non lasciarlo passare; niente mi tocca stargli dietro.

 

Non fa caldo ma la fatica non manca. Il terreno pesante e l’attenzione da mettere in alcuni tratti resi più scivolosi dalla pioggia scesa ci fanno rallentare in diversi punti. Giuseppe è sicuramente in forma ed anche in discesa và spedito. Io più prudente in discesa per brutte esperienze passate, “ Giuseppe al limite aspettami un attimo oppure vai avanti e gira un po' su te stesso mentre mi aspetti”.

Comunque siamo sicuramente più veloci rispetto all’anno scorso. Arriviamo alla piazzetta abbastanza bene salvo un breve spavento per Giuseppe per un piccolo crampo.

Oramai ci siamo quasi, manca poco. Evito di guardare le mie scarpe anche xchè non si vedrebbero sporche come non mai.

Con grande gioia tagliamo il traguardo un po' dopo le tre ore. Stanchi, infangati, ma contenti di aver fatto una buona corsa e di essercela goduta con il giusto spirito.

Ben presto arrivano tutti. E tutti ci ritroviamo intorno al solito tavolo di legno a festeggiare la fine della corsa e godersi il ben meritato bicchierazzo di birra (ossia l’obiettivo numero 1 della giornata).

 

Si il giusto spirito. Ecco xchè alla fine di tutto, della doccia, del doppio bicchiere di birra, delle scarpe rosse diventate beige, dei capelli spettinati (tranne il Mauretto lui è arrivato nella stessa condizione in cui è partito) rimane il grande spirito maratonista, quello di correre per la gioia di correre in compagnia e con una sana competizione (ho la maglietta più bella, il mio booster calza meglio del tuo ecc.).

 

D’altronde  “altrimenti ci infanghiamo” ma almeno rimaniamo “maratonisti”.

 

Alla prossima e buon fango a tutti.

 

Giuseppe, siamo arrivati puoi smettere di girare,,,,  

 

Michele

 

“ALTRIMENTI CI INFANGHIAMO”

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