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Per la 5° volta consecutiva ho corso e concluso la Strafexpedition ,“spedizione punitiva”,

 

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Per la 5° volta consecutiva ho corso e concluso la Strafexpedition ,“spedizione punitiva”, domenica 2 settembre ad Asiago.

La 5°edizione dell’Ultratrail è stata segnata dal maltempo dall’inizio alla fine della gara: una vera spedizione punitiva. Gli organizzatori della manifestazione hanno preparato 3 percorsi: la “lunga”, a cui ho partecipato, di 51km con 2400m d+, la “media” di 35km con 1425m d+ e la “corta” di 20km con 926m d+. I tracciati sono ad anello con partenza ed arrivo in centro di Asiago (q.1001m). Il tracciato della “lunga”calca i sentieri della Grande Guerra, percorre lungo linee fortificate, trincee e sui monti Ortigara, Cima 12, Cima Portule , si attraversano i campi di battaglia, teatri di stragi orrende. Ancora oggi, su questi monti si vedono i segni dell’inaudita ferocia dei combattimenti di quel tempo.

Alle 6:30 sono in zona partenza ben bardato cercando di ripararmi dalla pioggia battente. Le previsioni meteo della giornata non danno speranza di vedere un raggio di sole, le condizioni saranno pessime per tutto il giorno e in quota la temperatura scenderà verso lo zero gradi. La giornata che si presenta la vedo davvero grigia! Potrei dar credito ad un proverbio indiano che dice: “Se davanti a Te vedi tutto grigio sposta l’elefante”. Ammesso fosse possibile spostare solo l’animale, credo che la situazione non cambierebbe di una virgola. Nessuno mi obbliga a stare lì! Più la situazione si complica, (le ultime notizie danno nevischio su Cima 12 a q.2336m), più mi avvince, le sfide m’intrigano sempre. Alla spicciolata arrivano i circa 200 Spiriti Liberi iscritti alla “lunga” e i 200 atleti iscritti alla 35km, si passa attraverso il posto di controllo materiale obbligatorio e poi nel recinto rettangolare con una sola uscita sotto lo striscione dello start. La truppa pronta per la “lunga” è composta spesso da personaggi con due caratteristiche in comune: tengono famiglia e nella loro storia c’è un rapporto speciale con i grandi spazi, più in particolare con le grane che il contatto con la Natura implica. Mancano pochi minuti alla partenza, prevista per le ore 7:00, in onore ai caduti con la tromba viene suonato il Silenzio, il momento è emozionante, solo la pioggia fa rumore. Alcuni istanti dopo viene dato il via qualche minuto dopo le 7:00. Il viaggio inizia al piccolo trotto inseguo i più senza darmi tanta pena di perdere metri tanto so già che la situazione meteo sconvolgerà tante certezze. Poche centinaia di metri sull’asfalto e siamo fuori  Asiago, il gruppo si assottiglia vistosamente sulla prima salita. Difficoltà subito col fango, l’acqua che cade in abbondanza gli corre sopra  e riempie le scarpe, i bastoncini in questo frangente sono utilissimi mi aiutano a superare il momentaccio. Si sale verso il Monte Zebio per poi raggiungere Malga Zingarella (1°ristoro-9°km-q.1700m),la salita non da tregua, tra ciottoli, fango, e pioggia abbondante, si sale al Monte Forno (q.1900m) a questo punto del percorso la deviazione per gli atleti della 35km. Finalmente meno gente che calpesterà i sentieri già malridotti. Ora l’ascesa si fa dura , la salita che porta al Monte Ortigara è ripida, su fondo roccioso ed esposta al vento. La cima Ortigara è a quota 2105m è un pianoro quasi deserto con qualche arbusto qua e là con al centro una Stele di forma cilindrica tronca, posta a ricordo dei tanti caduti in battaglia. Una zona dove il vento fa veramente rumore, le nuvole sembrano rotolare, la nebbia è fitta, freddo intenso e la pioggia che non è più pioggia, forse grandine sottile o neve ghiacciata, sferzata dal vento pungola le parti del corpo meno protette. Su una Cima monumentale come questa, dedicata in onore ai caduti non posso lamentarmi, anche se qualche parolaccia  scappa, conoscendo le vicende umane dei soldati che si sono sacrificati quassù. Scendendo dall’Ortigara trovo deviato il tracciato, non si sale su Cima 12 e Cima Portule ma si continua su un traverso appena sotto le cime su una mulattiera abbastanza comoda e soprattutto più riparata dall’intemperie. Raggiunto il 3° ristoro di Monumenti( 36°km- a q. 1800m circa) mi rendo conto che il tracciato è diminuito di 2km: non male con questo tempaccio. I saliscendi continuano per diversi km in mezzo alle nuvole che non lasciano intravvedere nulla e al rumore incessante della pioggia che batte con vigore sul cappuccio della giacca a vento. Supero Basa Sencio ultimo ristoro (41°km a q.1300m), ne approfitto per un the caldo. La temperatura esterna è risalita di qualche grado me ne accorgo dalla sensibilità delle mani che tornano ad essere normali. Continuando verso valle avvicinandomi al piccolo borgo di S. Domenico scorgo Asiago appena sotto, mi guardo attorno, sono solo, probabilmente ho corso in solitudine dal bivio della gara “media” dal 14 km in poi, come compagnia ho avuto per tutto il tempo i rumori della natura. Raggiungo la piazza centrale di Asiago in 8h e 51 minuti.

Il viaggio tra la Natura non è stato esaltante forse un po’ folle.

Luciano Bottarelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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