Strafexpedition by Luciano

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Per la 4° volta in anni consecutivi, domenica 3 settembre

Strafexpedition

 

Per la 4° volta in anni consecutivi, domenica 3 settembre, ho corso e concluso la 4° edizione della Strafexpedition. In questi luoghi tristemente noti ma straordinariamente belli gli organizzatori della manifestazione hanno preparato tre percorsi . Accanto alla solita “lunga” di 50km e 2400m di dislivello positivo ci sono la “corta” di 35km con 1425m D+ e la “cortissima” di 23km con 925m D+. La solita “lunga” chiamata la 50km, nelle 4 edizioni che ho corso ha sempre abbondantemente superato la soglia dei 50km: dai 51km dell’odierna corsa fino ad arrivare ai 60km della 2° edizione.

Il tracciato della “lunga”, anche nei vari cambi di percorso è sempre straordinario, è ad anello con partenza ed arrivo nella centralissima piazza di Asiago, attraversa zone di grandissimo interesse storico. Su queste montagne c’è la storia d’Italia, in questi luoghi si svolse l’offensiva più grande mai organizzata prima dagli Asburgici, la “Strafexpedition” la più grande battaglia di montagna (1915-1918) mai combattuta dall’uomo. Tutte queste montagne, Monte Zebio, Monte Ortigara, Cima 12, Cima Portule, per oltre 3 lunghi anni divennero campi di battaglie, teatri di stragi orrende. Ovunque si scoprono resti e testimonianze della Grande Guerra, sentieri fortificati, linee trincerate, appostamenti, baraccamenti e strutture difensive per presidi.

Alle 6:30 sono in zona partenza, poche anime inquiete sono in giro, è ancora buio, fa freddo (5°C), in cielo  molte nuvole. Le previsioni meteo, al contrario di ieri pessime con pioggia battente, per oggi danno poche possibilità di pioggia, vento in quota e temperatura molto fresca. Alla spicciolata arrivano altri concorrenti, gli Spiriti Liberi iscritti alla “lunga” sono poco più di 200, per la 35km poco più di 150, quelli iscritti alla 23km, circa 200, partiranno alle ore 9:00. Alle 6:40 attraverso ad un piccolo corridoio transennato che porta all’ingresso della zona di partenza veniamo sottoposti, da parte di alcuni addetti, ad un controllo rapido del materiale obbligatorio. Ben pigiati in questo recinto, bardati di zaini e bastoncini, impazienti, siamo pronti all’assalto, qualche minuto prima della partenza ci si mette sull’attenti, in onore dei caduti viene suonato il Silenzio. Questa volta viene suonato con un violino e non con la solita tromba ma l’effetto è identico: emozionante! Pochi secondi ancora, lo sparo e via, inizia il lungo viaggio….. Sic itur ad astra (si sale alle stelle- Virgilio) Qualche centinaio di metri tra le vie di Asiago e il gruppo si assottiglia vistosamente, il lungo serpentone s’infila sulla prima salita. Gli scalmanati ci sono sempre e sono sempre pericolosi, passano dove è difficile farlo e si rischia di essere infilzati continuamente con i loro bastoncini spesso mossi al vento senza presa. In un batter d’occhio mi ritrovo come al solito nelle retrovie. La prima salita porta al Monte Zebio per poi raggiungere Malga Zingarella (1°ristoro- 9°km –q.1700m), la salita continua senza tregua fino al Monte Forno (q.1900m circa) a questo punto del percorso la deviazione per quelli della 35km. Finalmente meno gente sul percorso, si riacquista un po’ di silenzio e di pace in questo meraviglioso scenario che ci circonda. Poco lontano il Piazzale Lozze (20°km-q.1900m) punto di partenza per le tante comitive che desiderano visitare i luoghi della grande battaglia. La prima parte del percorso è reso abbastanza scivoloso dalle piogge di ieri, il vento allo scoperto è teso e insistente, la temperatura è decisamente fresca molto adatta per questo tipo di corsa. Dal Piazzale Lozze verso il Monte Ortigara un tratto molto duro per la salita ripida e per il fondo roccioso che non da tregua alle articolazioni. La Cima dell’Ortigara (q.2105m) è un pianoro quasi deserto con qualche piccolo arbusto qua e là, con al centro una stele a forma cilindrica tronca, posta a ricordo dei caduti, e tanti ma tanti crateri disseminati ovunque, causati dalle esplosioni delle bombe. Una visione incredibile! “Com’era possibile salvarsi?” Un attimo di smarrimento e di riflessione, in silenzio m’allontano. Dopo una breve discesa impegnativa  raggiungo il 3° ristoro per il rifornimento idrico, avendo evitato il 2° ristoro ero a secco di liquidi, per fortuna aiutato da una bassa temperatura non ho patito la sete. Dal ristoro una tirata dopo l’altra si raggiunge Cima 12 (q.2330m- 30°km),punto più alto del percorso e Cima Portule (q.2308). Ora una breve sosta per fiatare e memorizzare questi panorami spettacolari  poi senza por altro tempo di mezzo, via, giù in discesa. Il percorso dal 35°km punta decisamente verso il basso però in quello che rimane dei km ci sono tanti saliscendi che riducono al lumicino l’energia e fanno infuocare i quadricipiti. Si supera Basa Senocio e il Monte Rasta, supero anche diversi atleti in difficoltà e avvicinandomi a S.Domenico, piccolo borgo, scorgo Asiago appena sotto. Raggiungo la principale piazza di Asiago in 9h e 17minuti – 139° assoluto.

Felicità e allo stesso tempo in contrapposizione tristezza, felicità per aver concluso un grande impegno fisico e tristezza per aver finito, troppo presto, il grande viaggio.

 

Luciano Bottarelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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